LE COPERTINE DIABOLIKE

 

Le copertine degli albi hanno avuto sempre il loro fascino. La copertina originale del n° 1 è custodita al museo del fumetto di Lucca. Esiste anche una riedizione, dello stesso autore,  rifatta in occasione non ben specificata che è in possesso di un collezionista. I disegnatori ci raccontano di aneddoti e di curiosità, molte volte le copertine vengono scartate, a volte cestinate, a volte “retrocesse” a splash page. A volte succede il contrario e delle splash page diventano copertine. Per raccontare tutte le curosità ci vorrebbe un volume intero, ci limitiamo a ricordare che qualche anno fa Enzo Facciolo ha reinterpretato la copertina del N° 1 “IL RE DEL TERRORE”, “Come l’avrebbe rifatta Angela Giussani”. Da quel disegno, sono state prodotte 100 sovracopertine, autorizzate dal direttore Mario Gomboli,  per la ristampa del N° 1 del 1994. Molto sinteticamente ricordiamo i maggiori autori delle copertine, a cominciare dal N° 1 “Il Re del Terrore” disegnata da Brenno Fiumali che lavorava in Astorina come grafico. Poi fino al numero 10 le copertine (..e gli albi), portano la firma quasi tutte di Gino Marchesi. Il N° 10 della serie è “L’IMPICCATO” dell’ottobre 1963, inizialmente doveva essere disegnato interamente da Marchesi ma questi  fa solo la copertina mentre l’albo segna l’esordio di Enzo Facciolo, che si occuperà di tutto fino a metà degli anni ’70, coadiuvato da altri grandi disegnatori come Dell’Acqua, a cominciare dalla 2° serie, Bonato dall’ A. V, Coretti e Bozzoli dall’ A. VIII. Agli inizi degli anni ’70 inizia anche Sergio Zaniboni, che di fatto sostituisce Facciolo quando nel 1979 lascia l’ Astorina per dedicarsi alla grafica pubblicitaria. Zaniboni, Coretti e Paludetti  “coprono” il ventennio senza Facciolo, che rientra nel 1998. Dalla fine degli anni ‘90 i disegnatori delle storie, quasi sempre, disegnavano anche le copertine, e dal N° 8 A. XXXIII (Colpo alla cieca,1999), il nome del disegnatore della copertina veniva indicato nei credits. Ma già dal N° 1 A. XXXIII (Realtà simulata, 1994), venivano indicati autori e disegnatori delle storie. Da gennaio 2014 la svolta. Tutte le copertine sono affidate a un unico disegnatore: IL COPERTINISTA UFFICIALE, è la scelta ricade su MATTEO BUFFAGNI, che aveva iniziato a disegnare Diabolik esattamente l’anno prima e che ringraziamo per averci concesso questa breve intervista che riportiamo dopo alcuni cenni sulla sua carriera:

 

Nato in provincia di Parma nel 1984, studia all’istituto d’arte “P.Toschi” e si diploma nel 2003. Approfondisce i suoi studi alla “Scuola Internazionale di Comics” di Firenze, sezione Fumetto. Nel 2006 inizia a lavorare come illustratore su alcuni libri scolastici per bambini e come grafico fumettista producendo svariati storyboard per agenzie pubblicitarie, all’interno della collaborazione con lo studio grafico bolognese “Inventario” di Giuseppe Palumbo. Dal 2008 al 2010 disegna i due tomi della miniserie francese “Vestiges” e “Cattivi Soggetti” per il mercato italiano (RCS); inoltre nel 2009 inizia a disegnare nella “Scuola Internazionale di Comics” di Reggio Emilia tenendo lezioni di Anatomia Dinamica. Da Marzo 2011 collabora con la casa editrice Marvel su alcune testate tra cui DAKEN: Dark Wolverine, X-23 vs Daken, Captain America & Hawkeye e The Punisher. Nel Gennaio del 2013 disegna il primo numero di Diabolik.

 

D. - Ci puoi raccontare come è avvenuto il tuo incontro con l’Astorina?

 

R. - Sono stato contattato da Giuseppe Palumbo, il quale mi ha comunicato che l'Astorina era in cerca di nuove matite, offrendomi la possibilità di fare una prova. Le tavole d'esempio sono piaciute e ora mi ritrovate qui.

 

 

 

D. - Come mai hanno scelto un disegnatore così giovane come copertinista?

 

R. - Questo dovreste chiederlo a Mario, io penso solo di essermi trovato al posto giusto nel momento giusto: loro cercavano da qualche tempo qualcuno che potesse prendere le copertine e, credo, lo cercassero abbastanza giovane e incosciente da prendersi l'onere e l'onore di ammodernare un po' la linea delle stesse. A fargli prendere la decisione penso sia stata la cover di Sentenza di Morte, che so avere riscosso molti favori in redazione.

 

D. - Provi qualche emozione particolare ad essere Il copertinista di Diabolik?

 

R. - Beh chiaramente, come ho già detto, l'onore di illustrare la copertina del Re del Terrore tutti i mesi è grande, anche se, con 800 numeri alle spalle, è sempre una sfida cercare di fare qualcosa di coerente con lo stile, con la storia e che al tempo stesso colga sia il favore del lettore affezionato che l'attenzione di quello occasionale.

 

D. - Quali sono stati i tuoi maestri e le tue fonti di ispirazione?

 

R. - Di Maestri ce ne sono tanti, sia dentro che fuori da Diabolik. Devo però ammettere che cerco il più possibile di farmi influenzare più dall'arte classica e dal reale che da altri disegnatori, perchè temo sempre che l'adottare scelte grafiche già percorse da altri spersonalizzi molto lo stile di un autore.

 

D. - Come giudichi il tuo Diabolik rispetto a quello dei grandi maestri?

 

R. - In realtà io non ho mai fatto un analisi sul mio Diabolik in confronto agli altri, anche perchè, senza contestualizzarla in un periodo storico, risulterebbe falsata. Basta confrontare gli stessi numeri di matitisti che lavorano da tantissimi anni, in primis Facciolo e Zaniboni, come si sono evoluti dagli anni 60-70 ad oggi. Chiaramente spero anche di avere il tempo e le capacità di lasciare un mio piccolo e personalissimo segno nella storia di questo personaggio che ormai fa parte della cultura italiana.

 

D. - Hai trovato qualche difficoltà a disegnare uno dei 4 personaggi principali rispetto all’altro? O non c’è differenza?

 

D. - Con i personaggi ho sempre le mi solite difficoltà su Eva, ma credo siano dovute al fatto che sia una bellezza talmente tanto idealizzata, da essere di fatto personale per ogni autore. Il più facile è Ginko, è uguale a mio padre. J

 

D. - Trovi differenze nel disegnare Diabolik e i personaggi Marvel?

 

R. - Differenze ci sono nella gabbia e anche nell'atmosfera che si vuole dare, ma come per ogni mestiere, ci sono sempre dei trucchi per restare in carreggiata.

 

D. - Da piccolo leggevi Diabolik? Oggi leggi altre storie oltre a quelle che disegni?

 

R. - Da piccolo lo leggevo saltuariamente, dato che li trovavo in giro qua e la tramite mio padre o mio zio. Ora, ricevendo delle coppie tutti i mesi e avendo una compagna che li compra ancora prima che me li mandi l'Astorina, li leggo più o meno tutti, salve qualcuno che può scapparmi sotto il naso quando sono in consegna.

 

 

 

D. -Hai mai pensato di scrivere un soggetto? Di Diabolik o altro

 

R. - In realtà mi piacerebbe molto partecipare alla stesura di un soggetto, ma un po' perchè non mi sento pronto, un po' per mancanza di tempo, al momento mi limito solo a fornire in redazione qualsiasi idea colpisca la mia attenzione, ad uso e consumo loro.

 

D. - Ti è mai venuta l’idea di creare un personaggio nuovo?

 

R. - Idem come sopra, ne ho parecchie di storie nel cassetto, ma al momento rimangono tali. Ogni tanto capita che me le rilegga e le aggiorni, ma per il momento preferisco rimanere con i piedi su un terreno più familiare.

 

D. - Che idea ti sei fatto dei fan di Diabolik? Invadenti, rompiscatole etc. e se c’è differenza con i fan di altri personaggi da te disegnati.

 

R. - I fan sono tutti uguali, ce ne sono di simpatici e di invadenti, l'importante è che non ti muovano il tavolo mentre fai i disegnini alle fiere!

 

D. - A cosa è dovuto, secondo te, il successo di Diabolik?

 

R. - Se avessi la formula per il successo non ve la direi, ma se dovessi tirare a indovinare per Diabolik è stato un insieme di perspicacia e audacia delle sorelle Giussani, nell'indovinare tempi e formato, oltre che nel ribaltare i canoni mettendo il cattivo come protagonista. A questo è seguito un gran lavoro negli anni da parte di tutta la redazione, sia nel mantenere la continuità che nel trasformare il logo in un vero e proprio Brand.

 

- Grazie…

 

- Grazie a voi

 

 

 

 

 

Pasquale Vaglica